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Campo dei Fiori

Il mercato di Campo de' Fiori a Roma

In economia, si intende per mercato il luogo e al contempo anche il momento in cui vengono realizzati gli scambi economici del sistema economico di riferimento. Secondo un'altra definizione, più finalistica, il mercato è l'insieme della domanda e dell'offerta, cioè degli acquirenti e dei venditori. In termini equivalenti, il mercato è definito come il punto di incontro della domanda e dell'offerta. Queste definizioni possono quindi riferirsi ad un luogo fisico, od ad un concetto immateriale. Spesso con il termine mercato si indica sinteticamente il sistema economico più precisamente definito economia di mercato.

Con l'articolazione degli studi della disciplina, si sono nel tempo attribuite crescenti attenzioni allo sviluppo di specifiche branche del mercato, costituenti i mercati specifici per i quali valgano peculiarità funzionali, di andamento e di organizzazione tali da renderli analizzabili individualmente (ed anche in comparazione con gli altri).

Si parla dunque al plurale di "mercati" poiché non solo se ne avrà pluralità sinché persisterà una pluralità di sistemi economici indipendenti (ad esempio i sistemi nazionali), ma anche all'interno stesso di un sistema economico possono individuarsi prevedibili ed analizzabili movimenti dei soggetti economici raggruppabili per categorie di localizzazione, tipologia, modalità ed innumerevoli altre caratteristiche. Si hanno così i mercati regionali (intendendosi per "regione" una porzione significativa, per qualità o quantità dei soggetti o degli scambi, del sistema generale), oppure i mercati internazionali. Un'antica partizione scolastica individuava intanto una prima distinzione tipologica merceologica generale, per il tipo di oggetto degli scambi, fra il mercato mobiliare (oggi più noto come mercato finanziario) ed il mercato immobiliare; le classificazioni merceologiche, infinite quanto le merceologie, hanno consentito di enucleare una quantità non inquadrabile di atomistici mercati, ad esempio "della piastrella in cotto di seconda scelta" o "delle punte intercambiabili per avvitatore a batteria", che nonostante l'apparente capziosità sono oggetto di utili studi da parte degli interessati. Altre differenziazioni possono riguardare il modo (anche pratico) di effettuazione degli scambi (ad esempio il recente mercato telematico, distinto dal mercato tradizionale).

I soggetti del mercato[]

I singoli agenti economici sogliono essere distinti, a seconda della loro funzione, in due categorie principali, compratori e venditori.

I compratori includono i consumatori (che acquistano beni e servizi per uso personale), e le imprese, che strumentalmente acquistano lavoro, capitale e materie prime per produrre beni e servizi.

I venditori includono le imprese, che vendono i beni ed i servizi da loro prodotti, i lavoratori che vendono i propri servizi ed i proprietari di risorse produttive (ad esempio beni immobili) che possono essere cedute a titolo definitivo (vendita, o meglio alienazione) al fine di ricavarne il prezzo, oppure a titolo temporaneo (per locazione o altri tipi di diritto di godimento) al fine di ricavarne la rendita.

La maggior parte degli individui e delle imprese sono allo stesso tempo compratori e venditori, ma è più semplice a volte considerarli separatamente, come compratori nel momento in cui acquistano e come venditori nel momento in cui vendono.

Compratori e venditori, secondo una delle citate definizioni, interagiscono per formare i mercati. Un mercato è in questo senso un insieme di compratori e venditori che interagiscono, generando così delle opportunità di scambio.

Mercati concorrenziali e mercati non concorrenziali[]

Un mercato perfettamente concorrenziale soddisfa quattro condizioni:

a) tutti i partecipanti al mercato sono in ogni momento al corrente delle opportunità che il mercato offre,

b) i compratori e i venditori sono piccoli e indipendenti,

c) l'inserimento di nuovi prodotti è semplice,

d) esiste facilità di movimento di capitali da un settore ad un altro.

Un mercato concorrenziale è inoltre composto da molti compratori e molti venditori, in modo che nessun singolo compratore o venditore può esercitare un'influenza significativa sui prezzi. La maggior parte dei mercati agricoli si avvicina alla nozione di mercati perfettamente concorrenziali (sebbene questa antica condizione sia oggi da taluni dubitata per molte ragioni, ad esempio la presenza "non innocente" di talune multinazionali delle sementi che condizionerebbero la produzione - e quindi il mercato - anche attraverso la distribuzione di sole sementi sterili). Molti altri mercati raggiungono un grado di concorrenza tale da farli considerare alla stregua di mercati perfettamente concorrenziali (per esempio, il mercato del rame). Altri mercati, costituiti solo da un numero ristretto di produttori, possono essere trattati per semplicità come se fossero mercati concorrenziali.

Infine, alcuni mercati, pur essendo formati da molti produttori, sono di tipo non concorrenziale, cioè in esso singoli operatori (anche riuniti in cartello) sono in grado di influenzare i prezzi dei prodotti (come accade, per esempio, nel mercato mondiale del petrolio, condizionato dall'oligopolio delle sette sorelle).

I modi del mercato e della concorrenza[]

A seconda del tipo di sistema economico in uso, in dipendenza quindi delle previsioni ordinamentali in materia di proprietà, di commercio e di impresa, che sono di fonte politica, le azioni dei soggetti del mercato possono essere sottoposte a regolamentazione (in genere statale, spesso applicata da enti regolatori appositi) oppure lasciate al libero arbitrio degli operatori.

Nei sistemi di tipo liberista, si ha la tendenza a lasciare la massima libertà d'azione agli operatori, mentre in sistemi a forte influenza politica (come nel caso d'estremo dei sistemi collettivistici) precise regole determinano le quantità di prodotto che possono essere fatte confluire sul mercato, i loro prezzi, le condizioni di vendita ed altri aspetti minori.

Cresce anche nei sistemi liberisti, per la sopravvivenza stessa del principio libertario, l'esigenza di combattere la tentazione monopolistica dell'operatore, o la sua forma minore che è l'abuso di posizione dominante, contrastando l'affermarsi di posizioni di controllo di fatto di un mercato da parte di un singolo operatore (o di un cartello di operatori). Sono le cosiddette "politiche antitrust", che anche in Italia sono da tempo allo studio di appositi enti governativi.

Altri tipi di regolamentazione dei mercati tendono, ad esempio nel mercato azionario, a contrastare le manovre speculative, non in quanto potenzialmente lesive degli interessi dell'azienda che avrebbe a subirle, quanto invece per tutelare i piccoli risparmiatori che hanno investito in tali aziende. Sono di questo genere, ad esempio, le sospensioni di un titolo per eccesso di ribasso.

Il prezzo di mercato[]

I mercati garantiscono la possibilità di effettuare transazioni tra compratori e venditori. Una certa quantità di un bene è venduta ad un prezzo specifico. Di solito in un mercato perfettamente concorrenziale si stabilisce un unico prezzo di mercato; di solito questi prezzi sono semplici da misurare.

Se i mercati non sono perfettamente concorrenziali, imprese diverse possono praticare prezzi diversi per lo stesso prodotto. Questo può accadere perché un'impresa cerca di attirare consumatori dalle imprese concorrenti, o perché la fedeltà alla marca da parte dei clienti consente ad alcune imprese di praticare prezzi superiori a quelli delle imprese concorrenti.

I prezzi di mercato della maggior parte delle merci sono soggetti a fluttuazioni periodiche, e per molti di essi le fluttuazioni possono essere improvvise. Questo è vero soprattutto per i beni venduti sui mercati concorrenziali.

Voci correlate[]

  • Antitrust
  • Concorrenza
  • Glossario economico
  • Mercato di sostituzione
  • Mercato primario
  • Mercato secondario
  • Mercato regolamentato
  • Mercato over the counter
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