Enciclopedia dell'Economia Wiki
Iscriviti
Advertisement
US-GNP-per-capita-1869-1918

Real gross national product per capita of the United States 1869-1918

La crisi economica del 1873 indicata come Grande depressione, ebbe inizio dopo oltre trent'anni di incessante crescita economica. Il mondo conobbe una crisi agraria, cui si aggiunse una parallela crisi industriale.


Grande Depressione: vera depressione o mito?[]

Alcuni studiosi di storia economica affermano che la Grande Depressione era in realtà una fase deflazionistica e non un periodo di caduta della produzione e del PIL. La tesi sulla deflazione porta a sostenere che la Grande Depressione non era per nulla una depressione, perché la produzione e il PIL reale crescevano durante tutto il periodo (vedi la tabella sotto). La confusione proviene dal fatto che i prezzi erano in calo. La deflazione era dovuta alla grande produttività industriale Template:Citazione necessaria e ad il regime monetario coperto da oro e/o argento.

Un economista che affrontò questo argomento e studiò attentamente questo periodo fu l'economista di scuola Austriaca, Murray Rothbard. Rothbard scrisse:

As Friedman and Schwartz admit, the decade from 1869 to 1879 saw a 3-percent-perannum increase in money national product, an outstanding real national product growth of 6.8 percent per year in this period, and a phenomenal rise of 4.5 percent per year in real product per capita. Even the alleged "monetary contraction" never took place, the money supply increasing by 2.7 percent per year in this period. From 1873 through 1878, before another spurt of monetary expansion, the total supply of bank money rose from $1.964 billion to $2.221 billion—a rise of 13.1 percent or 2.6 percent per year. In short, a modest but definite rise, and scarcely a contraction.
It should be clear, then, that the "great depression" of the 1870s is merely a myth—a myth brought about by misinterpretation of the fact that prices in general fell sharply during the entire period. Indeed they fell from the end of the Civil War until 1879. Friedman and Schwartz estimated that prices in general fell from 1869 to 1879 by 3.8 percent per annum. Unfortunately, most historians and economists are conditioned to believe that steadily and sharply falling prices must result in depression: hence their amazement at the obvious prosperity and economic growth during this era.

Un altro importante fattore fu la produttività del lavoro negli USA che crebbero durante tutto il periodo. Tra il 1869 e il 1879 la produzione manufatturiera "pro capite" aumentò da 14,7 a 16,2 (1958=100).

In un articolo del New York Times del 2006, Charles R. Morris affermò che la "Grande Depressione" era in realtà un periodo di grande crescita economica, ma al tempo molti americani erano confusi a causa della diminuzione dei prezzi e dell'incremento delle disuguaglianze reddituali, risultanti da un aumento degli standard di vita degli americani più benestanti a ritmi più elevati rispetto alle comunque migliorate condizione di vita del resto della popolazione. [1]

PNL di alcune Potenze europee[]

Anno Russia Francia Gran Bretagna Germania Impero
Asburgico
Regno d'Italia
1830 10,5 8,5 8,2 7,2 7,2 5,5
1840 11,2 10,3 10,4 8,3 8,3 5,9
1850 12,7 11,8 12,5 10,3 9,1 6,6
1860 14,4 13,3 16,0 12,7 9,9 7,4
1870 22,9 16,8 19,6 16,6 11,3 8,2
1880 23,2 17,3 23,5 19,9 12,2 8,7
1890 21,1 19,7 29,4 26,4 15,3 9,4
at market prices, in 1960 US dollars and prices; in billions
(Paul Kennedy, The Rise and Fall of the Great Powers, Fontana Press, 1989, p 219)

Crisi industriale[]

La crisi ebbe inizio dopo il fallimento della grande banca newyorkese di Jay Cooke la quale diede il via ad un'ondata di panico che si diffuse nell'economia americana e poi in tutti gli altri paesi industrializzati. Nel giro di pochi mesi la produzione industriale degli Stati Uniti cadde di un terzo per la mancanza di acquirenti mentre auentava a dismisura la disoccupazione. Presto la crisi si diffuse anche in Gran Bretagna, Francia e Germania.

La crisi si manifestò come una forte eccedenza di offerta sulla domanda; le industrie cioè producevano molto più di quanto il mercato potesse assorbire sotto forma di consumi. Era la prima manifestazione di una crisi economica moderna. Template:Citazione necessaria. L'indice più vistoso della crisi fu la caduta dei prezzi.

La crisi può essere spiegata per la concomitanza di tre fattori:

  1. progresso tecnologico
  2. aumento del numero di paesi industrializzati
  3. imposizione di bassi salari.

Ai paesi tradizionalmente industrializzati (Gran Bretagna, Belgio, Francia) si affiancarono nuove potenze con grandi capacità produttive (come Stati Uniti e Germania) e altri paesi a più lenta e tardiva industrializzazione (Italia, Russia, Giappone).

La situazione peggiorò ulteriormente allorché si tentò di rispondere alla caduta dei prezzi con ulteriori riduzioni salariali, le quali provocarono nuove cadute dei consumi.

Crisi agraria[]

Le cause che portarono alla crisi agraria sono del tutto simili a quelle della crisi industriale: aumento della produzione non supportato da un'adeguata domanda e l'emergere di nuove potenze nella produzione agricola, come Stati Uniti, Australia e Argentina.

La caduta dei prezzi e la forte concorrenza ridussero in rovina migliaia di contadini e si accrebbe in maniera preoccupante la dipendenza europea dalla produzione agricola d'oltreoceano.

L'agricoltura ne risultò fortemente trasformata. In primo luogo il numero di occupati nel settore agricolo iniziò a diminuire costantemente. In secondo luogo l'agricoltura mondiale venne ristrutturata secondo principi di divisione del lavoro.

Vi furono regioni, come l'Inghilterra, dove l'agricoltura assunse un ruolo marginale rispetto all'industria. In altre zone si passò alla produzione di prodotti più redditizi e che richiedevano un minor uso di manodopera. In altre aree, come la Germania o l'Italia settentrionale, si accelerò la trasformazione delle aziende agricole in senso capitalistico per far fronte alla concorrenza americana.

Le conseguenze della crisi[]

Le risposte che le imprese diedero per far fronte agli squilibri della crisi originarono una serie di processi che mutarono il volto dell'economia.

Si apriva una nuova fase di capitalismo, il cosiddetto capitalismo organizzato, cioè un capitalismo guidato e cosciente della necessità di superare il carattere spontaneo dei processi economici. Questa nuova via quindi contraddiceva il credo capitalista che aveva dominato il mercato fino a quel momento. Iniziò una fase in cui gli imprenditori accettavano l'intervento dello stato nell'economia.

In primo luogo di fronte alla caduta generalizzata dei prezzi e all'inasprirsi della concorrenza, l'immediata e quasi istintiva risposta dei governi fu l'innalzamento di barriere doganali al fine di annullare o per lo meno limitare l'afflusso di merci estere.

Contemporaneamente lo stato iniziò ad assumere un nuovo ruolo divenendo esso stesso consumatore dei prodotti nazionali (tramite commesse pubbliche) e facendo dello sviluppo industriale uno dei compiti politici di primaria importanza.

La seconda grande conseguenza della crisi fu la creazione di monopoli (trust). Tale fenomeno fu generato dalla volontà di ridurre la violenza della concorrenza e quindi mantenere alti i livelli dei prezzi per mobilitare nuovi capitali per finanziare la ripresa. La crescita del potere delle imprese monopolistiche provocò la crescita delle dimensioni delle fabbriche e del numero di addetti.

La tendenza alla concentrazione si manifestò inoltre con un mutato rapporto tra industria e banca. Il grande bisogno di capitali necessari per la ristrutturazione rendeva necessario per le imprese attingere fondi dal risparmio di massa. Nacque cosi la "banca mista", cosi chiamata perché funzionava sia da banca commerciale (raccogliendo i risparmi della popolazione) sia da banca d'affari (investendo nelle imprese).

Note[]

Voci correlate[]

Collegamenti esterni[]

http://en.wikipedia.org/wiki/Long_Depression

Advertisement